Il ciclo vizioso della resilienza all’innovazione, ti sta impedendo di far crescere la tua azienda

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Sei curioso, hai spirito innovativo e ti viene la pelle d’oca quando senti parlare di stampa 3D e industria 4.0, ma non sai da dove partire? Tranquillo, non sei ancora finito nel circolo vizioso dell’innovazione.

Quando parlo di circolo vizioso della resilienza all’innovazione mi riferisco a quel loop nel quale un imprenditore finisce, quando investe in una nuova tecnologia ma alla fine non la utilizza.

La resilienza di per sé è positiva, perché è la capacità di superare un momento di crisi o di cambiamento, resistendo e tenendo duro; pensa ad un fiore nel deserto, che sboccia nella siccità.

La resilienza davanti all’introduzione di una nuova tecnologia ti permette di sopportare il periodo di transizione e di metterti in moto per imparare le nuove conoscenze necessarie, per investire tempo e denaro sufficiente per poi utilizzare in modo indipendente il nuovo macchinario.

Il problema avviene quando questa resilienza dura troppo a lungo, ovvero se trascorri più tempo a prepararti per imparare ad usare la nuova tecnologia e non passi mai alla parte operativa, quando sfrutti il nuovo macchinario e i suoi benefici.

Hai paura di investire in una stampante 3D e poi alla fine non poterla usare?

Questa tua preoccupazione è molto comune.

Il Report McKinsey, leader nell’innovazione, ha riscontrato che ben 84% degli imprenditori intervistati crede che la tecnologia innovativa sia l’asso nella manica per raggiungere il proprio successo aziendale ed ottenere un vantaggio competitivo. Solo il 6% di loro, però, sono rimasti soddisfatti della tecnologia innovativa sulla quale hanno investito. Un dato agghiacciante, considerato che in un’epoca di invenzioni e di rivoluzioni tecnologie, l’innovazione sarà sempre di più un passo obbligatorio e non più una scelta di pochi imprenditori proattivi e visionari.

Questo loop dell’innovazione viene spiegato in modo approfondito dai ricercatori Alex Nicholls, J. Gregory Dees, tramite il ciclo dell’adattamento.

Il ciclo dell’adattamento e cosa devi sapere per investire in una tecnologia, con la sicurezza di sfruttarla al meglio

Il ciclo dell’adattamento mostra le quattro fasi necessarie per l’introduzione di un’innovazione: rilascio e riorganizzazione, che rappresentano le fasi dell’introduzione del cambiamento nella propria azienda. Le prime due fasi consistono nel bisogno di trasformare la propria filiera produttiva per adattarla alla nuova tecnologia, acquisendo nuove conoscenze e stabilendo nuovi obiettivi.

Infine ci sono le fasi di crescita e accumulo di risorse, che rappresentano il momento in cui il cambiamento diventa un’abitudine, una routine. In queste due fasi si sfruttano i vantaggi portati dalla nuova tecnologia adottata.

Quando finisci in un circolo vizioso, senza via d’uscita? Quando ti soffermi sulla fase di rilascio e riorganizzazione, nella quale continui a formarti e a prepararti per mettere in funzione la nuova tecnologia, senza passare allo step successivo, ovvero il momento nel quale riuscirai davvero a sfruttarla.

Conosco alcuni imprenditori che hanno investito in una stampante 3D, che non hanno mai attivato. Perché? Perché chi gli ha venduto la macchina non si è preoccupato di aiutare l’imprenditore al passare dalle prime fasi, quelle del rilascio e dell’organizzazione alle ultime due, quelle dove si raccolgono i frutti del lavoro.

Sempre più imprenditori sanno che, per avere un business di successo, devono anche essere creativi e aperti alle novità del mercato. La capacità di agire tempestivamente, diventando proattivi, è una delle più ricercate, anche per i ruoli di management più importanti.

Secondo Doblin, agenzia di consulenza per l’innovazione, ben il 96% delle aziende che investono in una tecnologia innovativa, non ottengono un ritorno sull’investimento.

Io sono sempre aperto alle innovazioni, anche perché sono un inventore, però, prima ancora di aprire il portafoglio ed accogliere una nuova tecnologia, cerco di calcolare un ROI.

Sembra scontato dirlo, ma molti non lo fanno perché si lasciano prendere dall’entusiasmo della novità. In questo periodo, ad esempio, molti imprenditori si stanno avvicinando alla stampa 3D, affascinati dalle notizie che si leggono sui giornali: ragazzino che stampa mascherina nella propria cameretta, azienda che stampa valvole in 3D, maschere da sub, che diventano respiratori ecc.

Queste notizie da un lato sono incredibili, perché ti dimostrano quanto sia comodo poter produrre i tuoi componenti on demand con la tecnologia additiva; dall’altro canto sono degli esempi irrilevanti, che non rispondono alle domande fondamentali:

1) Cosa può fare una stampante 3D per la tua produzione meccanica?

2) Come puoi utilizzarla?

3) Cosa ti serve conoscere?

4) Quanto velocizzerà la tua produzione?

E soprattutto:

Quanto ti costerà produrre i tuoi componenti in 3D?

Senza tenere conto di questo dato, compresi i vari costi di produzione, non puoi di certo prendere in considerazione di investire in una nuova tecnologia o rischi di finire nel ciclo vizioso della resilienza.

Ti servono dei dati concreti, informazioni che nessun produrre di stampa 3D al momento ti sta dando:

  • Quanto ti costerà il materiale per stampare, ovvero la polvere?
  • Quali fornitori ci sono sul mercato?
  • Quanto terrai la merce in magazzino?

Che tipo di altri investimenti dovrai fare per accogliere la stampante 3D nella tua filiera produttiva? Ti serve un capannone extra? E di quanti operatori avrai bisogno?

Come vedi, queste valutazioni devono essere personalizzate sulla tua produzione, sulla tua tiratura e secondo il tuo business plan.

Investire nell’additive manufacturing non è una decisione che si può prendere senza prima possedere queste informazioni.

La questione da valutare ora è questa:

l’azienda produttrice della nuova tecnologia, ha il compito di aiutare l’acquirente a introdurre la macchina nella sua produzione?

C’è chi ti risponderebbe di no e chi, invece, ti direbbe che non è solo un dovere morale, ma anche una necessità.

Purtroppo i produttori di stampanti 3D non si occupano di integrare la loro tecnologia nella filiera produttiva dei propri clienti, perché è un altro business, necessita di un altro modo di lavorare e di un metodo consolidato.

Ti faccio un esempio terra-terra per semplificare il concetto.

Chi vende i trattori, non ha l’obbligo di insegnarti ad utilizzarli, di mostrarti come velocizzeranno il tuo lavoro e, nel lungo periodo, quanto ti faranno marginare di più o quanti costi dovrai sostenere, paragonando l’investimento di questo mezzo agricolo all’aratura con i buoi o a mano.

I produttori di stampanti 3D non hanno l’obbligo di:

  • insegnarti ad utilizzare il macchinario (c’è chi lo fa e chi no);
  • mostrarti i dati di quanto velocizzerai la tua produzione;
  • consegnarti i dati per verificare quanto ti costerà produrre i tuoi componenti con una stampante 3D, paragonando il procedimento e i dati ottenuti ai metodi tradizionali.

Ripeto, questo sarebbe un altro business e io ne so qualcosa, visto che ho creato:

il metodo Corsystem, un metodo costruito appositamente per verificare il ritorno dell’investimento di una stampante 3D per l’applicazione meccanica

Con gli anni ho capito che non ha senso vendere stampanti 3D senza dare costi e tempi di produzione per verificare l’investimento e testare i benefici della tecnologia.

Voglio aiutare gli imprenditori meccanici italiani a investire in questa nuova tecnologia, ottenendo benefici, che con i metodi tradizionali non si possono avere.

Essendo un inventore, voglio che gli altri usino le invenzioni e non succedano questi scenari nei quali gli utilizzatori della tecnologia:

  • ne rimangono insoddisfatti;
  • non usino la tecnologia;
  • Si blocchino nel ciclo vizioso della resilienza all’innovazione;
  • non sappiamo come avere un ritorno sull’investimento.

Per aiutarti a capire come valutare l’impatto di una stampante 3D sulla tua produzione meccanica e per vedere i costi e i tempi di produzione sui tuoi componenti, puoi iniziare da una semplice lettura: la Bibbia della stampa 3D per l’applicazione meccanica.

Ho scritto questo libro per poter darti le informazioni fondamentali, dalle tecnologie esistenti, alla sicurezza per il settore della meccanica. Clicca sul bottone rosso e metti il libro nel carrello.

P.S: Non esiste un testo o un’azienda che sia specializzata in additive per la meccanica. Quando ho mosso i primi passi nel settore dell’additive per velocizzare la produzione dei miei componenti, ho trovato solo esperti di settori come l’aeronautica militare, il settore aerospaziale, il dentale e il settore biomedicale. Nessuno sapeva come sfruttare la stampa 3D per realizzare componenti con le corrette proprietà meccaniche.

Per questo motivo metto a disposizione la mia esperienza di 45 anni nel settore meccanico e i miei sei anni nella stampa 3D per l’applicazione meccanica per aiutarti a innovare la tua produzione, in totale sicurezza e con dati che guidino le tue scelte imprenditoriali.

Ci sono delle informazioni che troverai solo fra quelle pagine: clicca sul bottone.

You can’t do today’s job, with yesterday’s methods and be in business tomorrow,

Ivano Corsini


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Ivano Corsini

Ivano Corsini

Ideatore di CorSystem - Stampa 3D superveloce per la meccanica
Creatore di 3D4STEEL e Fondatore di 3D4MEC Srl

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